Oltre sei milioni di nuclei riceveranno l’assegno unico tra il 20 e il 31 ottobre. L’Inps aggiorna importi e maggiorazioni, ma chi non ha rinnovato l’Isee rischia di perdere gli arretrati.
L’Assegno unico e universale torna protagonista anche a ottobre con la nuova tornata di pagamenti destinata a più di sei milioni di famiglie italiane. La misura, introdotta per sostenere la natalità e semplificare i vecchi sussidi, resta uno dei pilastri dell’aiuto economico alle famiglie con figli.
L’Inps ha confermato date, importi e le ultime novità per il mese di ottobre 2025, in un contesto di forte attenzione politica sul tema del sostegno alla genitorialità.
Date dei pagamenti e fasce di accredito
Come previsto dal messaggio Inps n. 2229 del 14 luglio 2025, i pagamenti di ottobre seguiranno due finestre distinte per garantire una distribuzione più fluida e precisa.
Le prime ricariche arriveranno il 20 e 21 ottobre, riservate alle famiglie che ricevono l’assegno in modo continuativoe che non hanno segnalato variazioni nell’Isee o nella composizione del nucleo familiare.

Una seconda finestra di accrediti è invece prevista nell’ultima settimana di ottobre, dedicata a:
nuove domande presentate a settembre;
famiglie che hanno aggiornato l’Isee o comunicato variazioni anagrafiche;
casi soggetti a conguaglio per importi non corretti nei mesi precedenti.
Questo doppio calendario serve all’Istituto per gestire meglio le verifiche e gli aggiornamenti senza ritardi nei pagamenti regolari. Chi ha richiesto l’assegno per la prima volta o ha subito variazioni nei requisiti riceverà l’importo solo dopo le verifiche automatiche della banca dati Inps.
Importi aggiornati e nuove maggiorazioni
Gli importi dell’Assegno unico 2025 sono stati aggiornati in base all’inflazione, con un aumento medio dello 0,8% come indicato nella circolare Inps n. 33 del 4 febbraio.
La cifra effettiva varia in base all’Isee familiare:
201 euro per figlio per chi ha un Isee fino a 17.227,33 euro;
57,50 euro per chi non presenta l’Isee o supera la soglia massima di 45.939,56 euro.
A queste somme si aggiungono maggiorazioni specifiche:
+50% per figli con meno di un anno;
incrementi per nuclei con almeno tre figli;
bonus aggiuntivo per madri con meno di 21 anni;
maggiorazioni permanenti per figli con disabilità, indipendentemente dall’età.
Secondo i dati Inps di luglio, l’importo medio effettivo per figlio si è attestato intorno ai 172 euro, con punte che raggiungono i 224 euro per le famiglie con redditi più bassi o con figli disabili.
Gli importi sono accreditati sul conto corrente indicato nella domanda o, in alternativa, tramite bonifico domiciliato, se l’opzione è stata scelta in fase di richiesta.
Isee, arretrati e rischi per chi non aggiorna
Uno degli aspetti più delicati del mese riguarda la presentazione dell’Isee aggiornato. L’Inps ha chiarito che il termine fissato al 30 giugno 2025 resta determinante per ottenere gli arretrati. Solo chi ha inviato la nuova Dsu (Dichiarazione Sostitutiva Unica) entro quella data riceverà le somme dovute da marzo.
Chi invece ha mancato la scadenza continuerà a percepire solo l’importo minimo di 57,50 euro per figlio, fino al momento in cui presenterà una nuova dichiarazione Isee aggiornata. In questo caso, gli arretrati andranno definitivamente persi.
Per le famiglie che hanno già trasmesso la Dsu corretta, gli eventuali conguagli verranno liquidati automaticamente nelle finestre di ottobre o novembre, a seconda della verifica dei dati.
Il rinnovo dell’Isee resta quindi fondamentale per evitare perdite economiche e ritardi. L’Inps ha ribadito che ogni variazione familiare — nascita, separazione, cambio di residenza o modifica del reddito — deve essere comunicata tempestivamente per non compromettere l’importo spettante.
L’Assegno unico rimane una delle misure più utilizzate in Italia, con 11,5 miliardi di euro già erogati nel 2025, e continua a rappresentare un pilastro del sostegno alla natalità, oggi più che mai al centro dell’agenda politica e sociale.
L’Assegno unico come pilastro per le famiglie italiane
L’Assegno unico di ottobre conferma ancora una volta quanto questa misura sia diventata un punto di riferimento per milioni di famiglie italiane. Introdotto per semplificare il sistema dei bonus e garantire un aiuto stabile alla genitorialità, nel tempo si è trasformato in una forma di sostegno universale che accompagna i genitori lungo tutto il percorso di crescita dei figli. La sua struttura flessibile, legata all’Isee, consente di adattare l’importo alle reali condizioni economiche dei nuclei, mantenendo un equilibrio tra equità e sostenibilità per le casse pubbliche.
La vera sfida ora riguarda la capacità di rendere l’Assegno unico non solo uno strumento di supporto economico, ma anche una leva concreta per favorire la natalità, in un Paese che registra ancora un calo preoccupante delle nascite. Da un lato servono procedure più semplici e automatiche per evitare ritardi o errori legati all’Isee, dall’altro politiche coordinate che accompagnino questo aiuto con servizi reali per le famiglie — come asili, congedi e incentivi al lavoro femminile.
Intanto, per ottobre, la priorità resta monitorare il proprio Isee e verificare che le informazioni comunicate all’Inps siano aggiornate. Un controllo puntuale può fare la differenza tra ricevere l’importo pieno o restare fermi al minimo. In tempi di incertezza economica, l’attenzione ai dettagli è parte del sostegno stesso.