Pensione minima 2025, aumenti e requisiti: ecco chi riceverà più di 600 euro al mese (e come fare per non perdere questi aumenti)

Aumenti previsti

Pensioni 2025: previsti aumenti sostanziosi per le pensioni minime-senecaedizioni.com

Franco Vallesi

Ottobre 14, 2025

Con la Legge di Bilancio 2025 cambiano importi e limiti di reddito per pensione minima e assegno sociale: ecco cosa sapere e chi ne ha diritto.

Il 2025 porta novità importanti per pensioni e prestazioni sociali, con aggiornamenti agli importi e ai requisiti di reddito. Le modifiche introdotte dal Governo mirano a rafforzare il sostegno per le fasce più deboli, con un aumento delle somme e una maggiore chiarezza sui criteri di accesso. Due le misure principali di riferimento: l’integrazione al trattamento minimo e l’assegno sociale, strumenti distinti ma accomunati dall’obiettivo di garantire una soglia minima di sussistenza ai cittadini in difficoltà economica.

La cosiddetta pensione minima, tecnicamente definita come integrazione al trattamento minimo, non è una prestazione autonoma ma un adeguamento che l’INPS riconosce a chi percepisce una pensione di importo inferiore alla soglia minima stabilita per legge. Nel 2025, grazie agli adeguamenti e alle rivalutazioni straordinarie, l’importo è salito a 616,67 euro lordi mensili, pari a 8.016,71 euro annui, con un incremento complessivo del 3% rispetto al 2024.

Pensione minima 2025: importi, requisiti e controlli INPS

L’aumento della pensione minima si deve alla rivalutazione ordinaria dello 0,8% e a una maggiorazione straordinaria del 2,2% introdotta dalla Legge di Bilancio 2025. Questo incremento si applica solo a chi già percepisce l’integrazione; chi non l’ha mai richiesta dovrà presentare domanda all’INPS per poterne beneficiare.

Il requisito di reddito resta il principale criterio di accesso. Per i pensionati soli, il reddito personale annuo non deve superare 8.016,71 euro; per le coppie, il limite complessivo è 31.376,80 euro. L’INPS verifica ogni anno la situazione economica tramite il modello RED, che consente di aggiornare i dati reddituali e confermare il diritto all’integrazione.

Inps
Requisiti e come richiedere l’aumento-senecaedizioni.com

Un punto cruciale riguarda il sistema contributivo: chi ha una pensione calcolata interamente con il metodo contributivo (cioè chi ha iniziato a versare dopo il 1° gennaio 1996) non può in genere ricevere l’integrazione. Fanno eccezione alcune categorie, come gli invalidi titolari di assegno ordinario, in seguito alla sentenza n. 94/2025 della Corte Costituzionale, che ha riconosciuto il diritto all’integrazione in casi di particolare fragilità economica.

L’obiettivo della misura è garantire un reddito minimo a chi ha lavorato e versato contributi, ma percepisce un assegno pensionistico troppo basso per vivere dignitosamente. Un meccanismo che interessa circa due milioni di pensionati, perlopiù anziani soli o ex lavoratori con carriere discontinue.

Assegno sociale 2025: requisiti aggiornati e importo rivalutato

Accanto alla pensione minima, l’assegno sociale continua a rappresentare il principale strumento di sostegno per chi non ha maturato contributi sufficienti. Si tratta di una prestazione assistenziale erogata su domanda a cittadini italiani e stranieri che vivono in condizioni di grave disagio economico.

Per il 2025, l’importo dell’assegno sociale è stato aggiornato a 538,69 euro mensili per tredici mensilità, totalmente esente da imposte IRPEF. Il beneficio è riservato a chi ha almeno 67 anni, residenza stabile in Italia da almeno dieci anni e redditi inferiori ai limiti previsti:

  • 7.002,97 euro annui per chi vive da solo;

  • 14.005,94 euro annui per le coppie.

L’INPS ha ribadito che il requisito della residenza continuativa è imprescindibile: sono ammesse brevi assenze dal territorio nazionale, purché non superino sei mesi consecutivi o dieci mesi complessivi in cinque anni. Eccezioni sono previste solo per motivi di salute o cause di forza maggiore.

Possono accedere all’assegno anche gli stranieri regolarmente residenti, purché titolari di permesso di soggiorno UE di lungo periodo, status di rifugiato, protezione sussidiaria o cittadinanza di un Paese membro dell’Unione Europea. L’assegno non è reversibile, non pignorabile e non esportabile all’estero: in caso di assenza prolungata oltre 29 giorni consecutivi, la prestazione viene sospesa.

Le differenze tra pensione minima e assegno sociale

Sebbene entrambe le misure garantiscano un reddito minimo, la loro natura è profondamente diversa. L’integrazione al minimo è una misura previdenziale, riconosciuta a chi possiede già una pensione contributiva ma con importo basso. L’assegno sociale, invece, è assistenziale, destinato a chi non ha versato contributi o ha redditi troppo bassi per accedere a un trattamento previdenziale.

Un’altra distinzione importante riguarda la soglia reddituale: l’integrazione al minimo si applica a redditi più alti rispetto all’assegno sociale, che resta riservato ai casi di povertà assoluta. Anche l’età anagrafica gioca un ruolo: mentre l’assegno sociale è accessibile solo dai 67 anni, l’integrazione può essere riconosciuta a pensioni di vecchiaia, invalidità o reversibilità già in pagamento.

Le due prestazioni, pur diverse, rispondono a un’unica logica: proteggere gli anziani e i pensionati più fragili. Con le nuove rivalutazioni, il 2025 segna un passo avanti nel tentativo di ridurre il divario tra costo della vita e redditi fissi, offrendo un piccolo ma concreto aiuto a chi vive solo con la pensione o con redditi minimi.

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