Analisi shock: il frutto più amato dagli italiani tra i più contaminati d’Europa (e lo mangiamo tutti i giorni)

Frutta contaminata

Il frutto più amato dagli italiani è anche il più "ricco" di pesticidi-senecaedizioni.com

Franco Vallesi

Ottobre 14, 2025

Una recente indagine condotta su migliaia di campioni di frutta ha rivelato che proprio il frutto più amato dagli italiani nasconde livelli altissimi di pesticidi, un dato che ha sorpreso anche gli esperti.

La frutta è da sempre sinonimo di salute. Fonte di vitamine, fibre, minerali e antiossidanti, rappresenta una parte irrinunciabile di ogni dieta equilibrata. Gli italiani ne consumano in grandi quantità durante tutto l’anno, adattando le scelte alla stagionalità. In estate, protagoniste sono pesche, albicocche e angurie, mentre in inverno a dominare sono mele, pere, arance, mandarini e clementine.

Eppure, proprio tra questi frutti che tutti ritengono salutari, si nasconde una verità inquietante: secondo un dossier pubblicato da Legambiente, uno dei più consumati è anche il più contaminato da pesticidi, con valori che superano il 90% dei campioni analizzati.

La scoperta, resa nota dopo un’approfondita indagine condotta su migliaia di campioni provenienti da supermercati e mercati italiani, ha messo in luce un problema di cui si parla ancora troppo poco. I pesticidi, utilizzati per proteggere le colture da insetti e malattie, possono lasciare residui chimici sulla buccia e talvolta penetrare anche nella polpa del frutto, con potenziali rischi per la salute nel lungo periodo.

Il dossier di Legambiente e la scoperta inattesa

La ricerca di Legambiente ha analizzato più di 5.000 campioni di frutta e verdura, sia di provenienza biologica che da agricoltura convenzionale. I risultati hanno mostrato una realtà preoccupante: le pere sono risultate il frutto più contaminato in assoluto, con una presenza di pesticidi nel 90,73% dei campioni esaminati. Subito dietro si trovano le pesche, con l’85,64%, e gli agrumi, categoria che include arance, mandarini e clementine, con una contaminazione dell’80,90%.

Un dato che colpisce, considerando che proprio gli agrumi rappresentano la principale fonte di vitamina C durante l’inverno e sono tra i frutti più consigliati per rafforzare il sistema immunitario. “Molti di noi li consumano ogni giorno, convinti di fare una scelta salutare”, spiegano gli esperti dell’associazione. “Eppure i livelli di contaminazione riscontrati sono tra i più alti d’Europa”.

Frutta autunnale
Mele e pere: tipici frutti autunnali-senecaedizioni.com

Tra le possibili cause, gli studiosi indicano le condizioni climatiche sempre più instabili. Gli sbalzi di temperatura, le piogge improvvise e la maggiore umidità costringono gli agricoltori a un uso più frequente di fitofarmaci per proteggere le colture. Queste sostanze, se non gestite correttamente, si accumulano nei prodotti finali e finiscono sulle nostre tavole.

L’aspetto più allarmante è la presenza del cosiddetto “effetto cocktail”, ovvero la combinazione di più residui chimici all’interno dello stesso frutto. Pur restando singolarmente sotto i limiti di legge, la somma di più sostanze può produrre effetti ancora poco conosciuti sull’organismo, specialmente nei bambini e nelle donne in gravidanza.

Anche se i controlli ufficiali garantiscono il rispetto delle norme europee, Legambiente sottolinea che “il limite legale non equivale a un rischio zero”. L’associazione chiede maggiore trasparenza sulle filiere e una riduzione graduale dell’uso di pesticidi nelle coltivazioni destinate al consumo quotidiano.

Come difendersi dai pesticidi e ridurre i rischi

Gli esperti invitano i cittadini a non rinunciare alla frutta, ma ad adottare alcune buone abitudini per ridurre l’esposizione ai pesticidi. Il primo passo è lavare accuratamente i frutti prima di consumarli, anche quelli con buccia spessa come arance e limoni. Immergerli in una soluzione di acqua e bicarbonato per qualche minuto può aiutare a eliminare una parte significativa dei residui superficiali.

Un altro consiglio è quello di variare il più possibile la tipologia di frutta consumata. Alternare pere, mele, agrumi e kiwi evita l’accumulo costante degli stessi pesticidi e garantisce un apporto più equilibrato di nutrienti. Quando possibile, è sempre preferibile scegliere prodotti biologici certificati, che vengono coltivati con un uso minimo o nullo di sostanze chimiche.

La stessa Legambiente ricorda che “acquistare da piccoli produttori locali o mercati a filiera corta” può essere un modo per sostenere un’agricoltura più rispettosa dell’ambiente e della salute. In molte regioni italiane, infatti, stanno nascendo iniziative per incentivare pratiche sostenibili e naturali, capaci di garantire una maggiore sicurezza alimentare.

Nonostante ciò, resta difficile distinguere a occhio nudo un frutto trattato da uno “pulito”. Per questo motivo è importante informarsi sulla provenienza dei prodotti e leggere attentamente le etichette, che devono indicare l’origine e il tipo di trattamento effettuato.

Infine, i nutrizionisti ribadiscono che l’obiettivo non deve essere eliminare la frutta dalla dieta, ma consumarla con consapevolezza. Anche un piccolo gesto, come lavare meglio i prodotti o scegliere quelli di stagione, può fare la differenza.

Gli italiani, già molto attenti alla qualità di ciò che portano in tavola, mostrano una crescente sensibilità verso il tema della sicurezza alimentare. Ed è proprio grazie a studi come quello di Legambiente che diventa possibile capire quanto sia importante non solo cosa si mangia, ma anche come viene coltivato.

Mangiare frutta rimane fondamentale, ma è necessario farlo conoscendo la realtà che si nasconde dietro i banchi del mercato. E, forse, la prossima volta che prenderemo una pera o un’arancia, ci penseremo due volte prima di dare per scontato che la natura sia sempre pulita.

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