Secondo l’Oms, il 14% dei ragazzi tra i 10 e i 19 anni vive un disagio mentale. Il ministro Schillaci: “Serve un cambiamento culturale per superare lo stigma e intervenire prima.”
In Italia oltre 16 milioni di persone convivono con disturbi mentali, un fenomeno che, secondo gli esperti, ha assunto i contorni di una vera emergenza sociale. A preoccupare di più sono i giovani: i dati dell’Organizzazione mondiale della sanità rivelano che il 14% degli adolescenti tra i 10 e i 19 anni, circa 700mila ragazzi e ragazze, soffre di un disturbo mentale.
La metà di questi disturbi si manifesta prima dei 15 anni, mentre l’80% emerge entro i 18. Un segnale chiaro: intervenire precocemente è fondamentale per evitare che il disagio si trasformi in patologia cronica.
Un allarme che parte dalle scuole
Il tema è stato al centro dell’evento “Verso una nuova cultura della salute mentale – un percorso di consapevolezza e inclusione sociale”, organizzato da Teha con il contributo non condizionante di Teva presso il Ministero della Salute. Alla conferenza hanno partecipato rappresentanti del mondo politico, scientifico e accademico, tra cui il ministro Orazio Schillaci, che ha sottolineato l’urgenza di un cambiamento culturale profondo.
«Negli ultimi cinquant’anni, anche grazie alla legge Basaglia, si è registrato un progresso culturale – ha dichiarato Schillaci – ma la malattia mentale viene ancora percepita come una debolezza, qualcosa di cui vergognarsi. Oggi, invece, dobbiamo promuovere un approccio basato su educazione, comunicazione e inclusione sociale».

Il ministro ha anche ricordato l’impegno del governo sul fronte scolastico. Nel 2025 è stato istituito un fondo dedicato agli psicologi nelle scuole, con uno stanziamento di 10 milioni di euro per l’anno in corso e 18 milioni a partire dal prossimo anno. Un investimento pensato per rendere la figura dello psicologo scolastico stabile e accessibile in modo uniforme su tutto il territorio nazionale.
Schillaci ha ribadito che la diagnosi precoce rappresenta la chiave del successo terapeutico: “Se il 50% delle patologie psichiatriche dell’adulto insorge prima dei 14 anni, è chiaro che la prevenzione nei giovanissimi diventa cruciale. Contrastare lo stigma non è solo una questione di civiltà, ma un passo necessario per riconoscere il disagio e agire tempestivamente.”
Stigma e prevenzione: una battaglia culturale ancora aperta
Il pregiudizio verso la salute mentale resta uno degli ostacoli principali alla cura. Come ha spiegato Alberto Siracusano, presidente del Consiglio superiore di sanità, “ancora oggi 8 italiani su 10 considerano i disturbi mentali una forma di debolezza. Questo accade perché manca una vera cultura della salute mentale: se non c’è cultura, non può esserci prevenzione.”
Anche Beatrice Lorenzin, co-presidente dell’Intergruppo parlamentare “Neuroscienze e Alzheimer”, ha ribadito l’importanza di coinvolgere famiglie e scuole: “Per aiutare i giovani serve formare anche gli adulti di riferimento – genitori, insegnanti, educatori – attraverso percorsi psicoeducativi, sportelli di ascolto e gruppi di supporto. Solo così possiamo creare ambienti capaci di prevenire e affrontare il disagio.”
In molti casi, infatti, la famiglia e la scuola sono i luoghi dove il disagio si manifesta per la prima volta. Le difficoltà scolastiche, l’isolamento sociale o comportamenti aggressivi possono essere campanelli d’allarme che segnalano un malessere più profondo.
Adolescenza e ormoni: come il corpo influenza la mente
L’adolescenza è una fase di grandi cambiamenti anche dal punto di vista endocrino. Come ha spiegato Annamaria Colao, vicepresidente del Consiglio superiore di sanità e docente di Endocrinologia all’Università Federico II di Napoli, “gli ormoni sessuali, tiroidei e dello stress influiscono sul tono dell’umore. Durante la pubertà si verifica una trasformazione dell’assetto ormonale che può accentuare aggressività, irritabilità e sbalzi emotivi.”
Nei ragazzi, l’aumento degli androgeni può manifestarsi con maggiore impulsività e aggressività; nelle ragazze, invece, le fluttuazioni di estrogeni e progesterone portano a repentini cambi d’umore, spesso percepiti come incomprensibili dagli adulti.
Colao sottolinea che questa instabilità ormonale può durare anni: “I genitori spesso non riconoscono più i propri figli e reagiscono con rigidità, senza capire il cambiamento che stanno vivendo. Quando un adolescente si isola, rifiuta il contatto con il mondo esterno o mostra segnali di chiusura, è fondamentale rivolgersi a uno specialista.”
Verso una nuova cultura della salute mentale
Oggi, parlare di salute mentale significa anche costruire una società più consapevole e inclusiva. L’obiettivo del Ministero della Salute e delle associazioni coinvolte è ridurre lo stigma, favorendo una cultura della prevenzione e dell’ascolto.
I dati parlano chiaro: la sofferenza psichica tra i giovani è in aumento e richiede risposte concrete. Non bastano più interventi emergenziali; serve una rete stabile di supporto psicologico che accompagni i ragazzi nel loro percorso di crescita e aiuti le famiglie a comprendere le difficoltà che si nascondono dietro comportamenti apparentemente “normali”.
La salute mentale non può più essere considerata un tabù, ma un diritto di cittadinanza, da tutelare al pari della salute fisica. Solo così, come ha ribadito Schillaci, “possiamo parlare davvero di un cambiamento culturale capace di restituire serenità, dignità e futuro alle nuove generazioni.”