Robbie Williams spiazza i fan: «Convivo con la Tourette e ho paura del palco». L’artista si confessa: la Tourette, l’ADHD e il peso dei riflettori

Robbie Williams e le sue paure

Robbie Williams svela i suoi problemi legati alla sua malattia mentale. Fonte foto www.wikipedia.org-www.senecaedizioni.com

Franco Vallesi

Ottobre 12, 2025

Nel podcast “I’m ADHD! No You’re Not” il cantante britannico ha raccontato la sua battaglia silenziosa con la Tourette, l’ADHD e le paure che si nascondono dietro il suo carisma pubblico.

Robbie Williams, icona pop mondiale e frontman indimenticabile dei Take That, ha scelto di mostrarsi senza filtri. Durante un intervento nel podcast I’m ADHD! No You’re Not, l’artista ha svelato di convivere con la sindrome di Tourette, un disturbo neurologico che provoca tic motori e vocali. «Mi sono appena reso conto di avere la Tourette, ma non emerge. Sono pensieri intrusivi che si verificano», ha dichiarato.

Parole che sorprendono i fan, abituati a vederlo come un animale da palcoscenico, carismatico e travolgente. Eppure, dietro quell’energia contagiosa, Williams nasconde un conflitto interiore costante che nemmeno gli stadi pieni riescono a placare.

Tourette, ADHD e ansia: le fragilità di un artista

Non è la prima volta che Robbie Williams parla apertamente della sua salute mentale. Già dal 2006 aveva ricevuto diverse diagnosi di ADHD (disturbo da deficit di attenzione e iperattività). In passato, aveva raccontato anche di aver escluso l’autismo, pur riconoscendo la presenza di “tratti autistici” nella sua personalità.

La Tourette è solo l’ultima verità che ha deciso di condividere, rendendo chiaro quanto la sua vita quotidiana sia segnata da pensieri intrusivi, ansia e bisogno di rifugiarsi nel proprio “spazio sicuro”, che per lui coincide spesso con il letto.

Concerto
Robbie Williams Concerto. Fonte foto www.wikipedia.org-www.senecaedizioni.com

Nonostante i riflettori, l’artista confessa di temere ciò che più lo ha reso celebre: esibirsi davanti al pubblico. «La gente pensa che io sia elettrizzato all’idea di andare in tour. In realtà sono terrorizzato», ha ammesso. Poi ha aggiunto una frase che sintetizza bene il suo percorso: «Mi maschero come se fossi un campione olimpico nel mascherarmi».

Una battaglia condivisa da altre star

Il racconto di Williams non è isolato. La sindrome di Tourette è stata resa pubblica anche da altre personalità dello spettacolo. Lewis Capaldi, dopo il concerto di Glastonbury nel 2023, ha dovuto sospendere i live proprio a causa dei sintomi. Billie Eilish, fin da bambina, convive con tic e spasmi che lei stessa ha definito “estenuanti”. In Italia, anche l’attore Alessandro Borghi ha parlato di spasmi involontari e gesti ripetitivi che accompagnano la sua quotidianità.

L’elenco dimostra come la Tourette, pur essendo poco discussa, sia presente anche nel mondo della musica e del cinema, mettendo a dura prova chi deve mantenere costantemente un’immagine pubblica.

Oltre la malattia: famiglia, dipendenze e responsabilità

La vita di Robbie Williams è stata segnata anche da altre difficoltà. Nel corso della carriera ha affrontato periodi di dipendenza da alcol e droghe, seguiti da riabilitazioni che hanno inciso sia sul piano personale che professionale.

Durante un concerto in Germania, l’artista ha raccontato la situazione complessa che vive la sua famiglia. La madre è affetta da demenza, il padre lotta contro il Parkinson e la suocera combatte una battaglia durissima contro lupus, Parkinson e cancro.

Un quadro che aggiunge peso emotivo alla sua fragilità. «È molto strano essere adulti. Non sono pronto», ha confidato, con parole che hanno toccato il cuore dei fan.

Un messaggio potente e necessario

Oggi, a 51 anni, Robbie Williams si mostra come un uomo complesso, diviso tra gloria e vulnerabilità. Non solo un artista capace di riempire gli stadi con “Angels” o “Feel”, ma anche una persona che fatica a gestire ansia, pensieri intrusivi e responsabilità familiari.

Il suo gesto di raccontarsi diventa un atto politico e culturale: parlare apertamente di Tourette, ADHD e salute mentale significa rompere tabù e incoraggiare un dialogo più onesto.

Molti spettatori vivono con fragilità simili ma non hanno la voce per raccontarle. Quando una star internazionale decide di aprirsi, il messaggio diventa collettivo: non esistono vite perfette, nemmeno sotto i riflettori.

Conclusione: il coraggio di mostrarsi umani

Le parole di Robbie Williams restano impresse non solo per il contenuto, ma per il coraggio che racchiudono. In un mondo dello spettacolo che spesso pretende perfezione e forza costante, Williams dimostra che anche i grandi idoli hanno diritto alla fragilità.

Riconoscere di convivere con la sindrome di Tourette, con l’ansia e con il terrore del palco non significa cedere, ma rendere visibile ciò che milioni di persone vivono in silenzio.

Il suo racconto, intrecciato con quello di altri artisti, contribuisce a smantellare stereotipi e a dare voce a chi non osa parlare. È un invito alla comprensione, all’empatia e a una nuova consapevolezza: la vera forza non è nascondere le proprie debolezze, ma trasformarle in un messaggio condiviso.

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