Dal 1° ottobre 2025 l’elettricità non viene più scambiata a intervalli di un’ora ma di 15 minuti. La nuova “Market time unit” può portare risparmi, ma anche bollette più care per chi non presta attenzione ai consumi.
Una vera rivoluzione silenziosa è entrata in vigore dal 1° ottobre 2025 nel mercato elettrico italiano. L’elettricità in Borsa non viene più valutata a blocchi orari, ma in intervalli di 15 minuti, per un totale di 96 slot giornalieri.
Si tratta della riduzione della cosiddetta Market time unit (Mtu), l’unità di tempo che regola gli scambi di energia e la formazione dei prezzi. Un cambiamento che, pur apparendo tecnico, avrà riflessi diretti sulle bollette delle famiglie e sulle strategie delle imprese.
Cos’è la Market time unit e perché è cambiata
La Market time unit (Mtu) è l’intervallo di tempo su cui vengono fissati i prezzi dell’energia nel mercato elettrico. Finora era di 60 minuti, ma con la nuova regolamentazione è stata ridotta a 15 minuti.

Il motivo principale è l’integrazione delle rinnovabili intermittenti come eolico e solare. La produzione di queste fonti può variare in pochi minuti, passando da picchi elevati ad azzeramento quasi totale. Con un’Mtu più corta, il sistema elettrico riesce a riflettere meglio le fluttuazioni e a mantenere più stabile la rete.
Per gli operatori si traduce in maggiore flessibilità: è possibile bilanciare domanda e offerta con più precisione, evitare squilibri e adattarsi ai picchi di produzione verde. Per i consumatori, invece, significa un mercato che può diventare più efficiente, ma anche più volatile.
Come possono cambiare le bollette di famiglie e imprese
Il nuovo sistema non avrà lo stesso impatto per tutti.
Chi ha una tariffa a prezzo fisso non subirà cambiamenti: le oscillazioni del mercato non incidono sulla bolletta. Diverso invece il discorso per chi ha tariffe dinamiche legate ai prezzi di Borsa.
Con intervalli da 15 minuti, questi utenti potranno risparmiare spostando i consumi nei momenti più convenienti, ad esempio programmando la lavatrice o l’auto elettrica quando il prezzo cala. Un vantaggio per i consumatori flessibili, che possono adattare le proprie abitudini.
Il rovescio della medaglia è la maggiore volatilità: improvvisi cali di produzione o picchi di domanda potrebbero far schizzare i prezzi, aumentando i costi di chi non riesce a modulare i consumi.
Secondo il Codacons, con le nuove tariffe elettriche del quarto trimestre 2025 la bolletta media per la luce degli utenti vulnerabili (con consumi annui di 2.000 kWh) si attesta a 575 euro, circa 47 euro in meno rispetto al trimestre precedente. Ma rispetto allo stesso periodo del 2024 la spesa è salita dell’8,6%, con un aggravio di circa 46 euro.
Se si aggiunge la spesa per il gas, la bolletta complessiva di una famiglia vulnerabile arriva a 1.756 euro annui (1.181 per il gas e 575 per la luce). Un dato che mostra quanto la dinamica dei prezzi energetici resti complessa e influenzata da più fattori.
Le altre novità del decreto energia
La riduzione dell’Mtu non è l’unico cambiamento. Il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto legislativo per recepire la direttiva Ue 2024/1711, che introduce diverse innovazioni nel mercato elettrico.
Tra le novità più rilevanti:
una nuova definizione di “cliente attivo”, che comprende la possibilità di condividere energia elettrica prodotta da impianti diffusi;
la facoltà per i consumatori di stipulare più contratti di fornitura, aumentando la concorrenza e la libertà di scelta;
nuove tutele per i clienti vulnerabili e per chi vive in condizioni di povertà energetica, per evitare interruzioni di fornitura;
il diritto a contratti a prezzo fisso annuale, per garantire maggiore stabilità nelle spese;
obblighi informativi più stringenti nei contratti e una maggiore trasparenza da parte delle società distributrici.
Queste misure puntano a trasferire i benefici della transizione energetica ai consumatori finali, rendendo il mercato più aperto e inclusivo.
Conclusione: un mercato più dinamico, ma anche più complesso
La “rivoluzione del quarto d’ora” segna un passaggio importante per il sistema elettrico italiano. Se da un lato può favorire l’integrazione delle rinnovabili e migliorare l’efficienza della rete, dall’altro porta i consumatori in un territorio nuovo, fatto di prezzi più variabili e di una maggiore necessità di attenzione ai consumi.
Chi saprà adattarsi potrà trarne vantaggio, riducendo le spese grazie a una gestione intelligente degli apparecchi elettrici e degli impianti domestici. Ma chi non avrà la possibilità di farlo rischia di trovarsi bollette più care, in un contesto in cui il costo dell’energia resta una delle principali voci di spesa per le famiglie italiane.
Il prossimo futuro dirà se il mercato riuscirà davvero a diventare più equo e sostenibile o se la volatilità finirà per penalizzare i più fragili. Una cosa è certa: dal 1° ottobre il tempo dell’energia si misura ogni 15 minuti, e per milioni di italiani le bollette non saranno più le stesse.