Reni sempre più a rischio: nel 2025 potrebbe diventare la terza causa di morte. Ecco di cosa si tratta e chi è più a rischio

Allarme OMS

L'OMS allarmata per la crescita di patologie renali-www.senecaedizioni.com

Franco Vallesi

Ottobre 9, 2025

L’Organizzazione mondiale della sanità e la Società italiana di nefrologia lanciano l’allarme: obesità, diabete e ipertensione spingono i reni verso una crisi globale.

Negli ultimi anni la salute dei reni è diventata un tema di emergenza sanitaria mondiale. L’Oms ha ribadito che le patologie renali rappresentano una priorità nell’agenda delle malattie cronico-degenerative, segnalando un aumento del 37% dei pazienti in dialisi. Una crescita preoccupante, che secondo le stime potrebbe portare la malattia renale cronica a diventare la terza causa di morte nel 2025. A confermare il dato è Luca De Nicola, presidente della Società italiana di nefrologia (Sin), che dal 21 al 24 ottobre guiderà a Riccione il 66esimo congresso nazionale dedicato a questo tema.

L’esperto sottolinea che i principali fattori che alimentano questa escalation sono l’obesità, il diabete e l’ipertensione, tre condizioni sempre più diffuse nella popolazione mondiale. «Le malattie del rene stanno galoppando verso l’alto – spiega De Nicola – perché sono aumentate le condizioni che le favoriscono. La prevenzione deve tornare centrale, prima che il problema diventi ingestibile».

Come mantenere i reni in salute

Molti pensano che per mantenere i reni in salute basti bere molta acqua, i classici 1,5 o 2 litri al giorno. Una convinzione parzialmente vera, ma non sufficiente. «Bere aiuta a evitare i calcoli e le infezioni urinarie – chiarisce De Nicola – ma la vera difesa è la prevenzione primaria: adottare uno stile di vita sano, fare attività fisica regolare e, soprattutto, non aumentare di peso».

Idratazione
Importante rimanere idratati-www.senecaedizioni.com

Secondo gli esperti, il sovrappeso e l’obesità sono oggi tra i principali fattori di rischio per le patologie renali. Queste condizioni, unite a un’alimentazione scorretta e alla sedentarietà, mettono sotto stress i reni, compromettendo nel tempo la loro capacità di filtraggio. Evitare l’eccesso di zuccheri e grassi, controllare la pressione arteriosa e mantenere una glicemia stabile sono azioni fondamentali per proteggere la salute renale.

Il consiglio dei nefrologi è chiaro: tenere sotto controllo i valori e ascoltare il proprio corpo. Le malattie renali sono spesso silenziose, e i sintomi – come stanchezza, gonfiore o cambiamenti nella minzione – arrivano quando la funzione renale è già compromessa. «Molti pazienti scoprono di avere un problema solo quando è troppo tardi – avverte De Nicola – ed è proprio per questo che serve uno screening più capillare».

Screening e diagnosi precoce

Per contrastare questa “epidemia silenziosa”, la Sin promuove la prevenzione secondaria, cioè l’identificazione precoce dei soggetti a rischio. In Parlamento è già stato depositato un disegno di legge che introduce uno screening nazionaleper le persone tra i 55 e i 70 anni affette da diabete, obesità o patologie cardiache.

Il progetto prevede la compilazione, da parte dei medici di famiglia, di una scheda che includa due esami chiave: la creatinina, utile per valutare la funzione di filtraggio renale, e l’albuminuria, che segnala la presenza di proteine nelle urine, indicatore precoce di danno renale. Chi presenta valori anomali verrà indirizzato dal nefrologo per ulteriori approfondimenti.

Secondo la Sin, oggi solo il 10% dei malati renali è consapevole della propria condizione e seguito da uno specialista. Le malattie renali comprendono disturbi come la nefropatia diabetica, l’ipertensione arteriosa, la glomerulonefrite, i calcoli renali, il rene policistico e l’insufficienza renale cronica. Diagnosticarle in tempo può evitare il ricorso alla dialisi, un trattamento che in Italia riguarda circa 45.000 pazienti e costa al Servizio sanitario nazionale oltre 2 miliardi e mezzo di euro l’anno.

De Nicola spiega che, una volta accertata la patologia, il percorso terapeutico prevede diversi passi: la diagnosi di eventuali malattie autoimmuni, una possibile biopsia renale, un regime alimentare personalizzato e una terapia farmacologica mirata. «Oggi disponiamo di nuovi farmaci nefroprotettori che ci permettono di controllare l’evoluzione della malattia e, in alcuni casi, portarla alla remissione. Evitare il peggioramento – conclude – è un guadagno in termini di salute e di risorse pubbliche».

L’appello della Sin è chiaro: prendersi cura dei propri reni non è solo una scelta individuale, ma una priorità collettiva. La prevenzione resta la prima cura, e la consapevolezza il passo decisivo per fermare un male che, silenziosamente, avanza.

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