Pensioni e fisco al centro della legge di bilancio: stop parziale all’aumento dell’età pensionabile e correttivi sul taglio Irpef per non appesantire i conti pubblici.
Il lavoro sulla nuova manovra economica si concentra su due punti cruciali: l’età per andare in pensione e il calo dell’Irpef. La sfida del governo è chiara: mantenere le promesse elettorali senza compromettere la stabilità dei conti. L’aumento di tre mesi per l’uscita dal lavoro, previsto dal 2027, rischia di diventare un terreno di scontro politico, mentre il taglio dell’aliquota fiscale apre un problema di equità, perché i benefici potrebbero estendersi anche ai redditi più alti.
Le prossime settimane saranno decisive: mercoledì il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti riferirà davanti alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato, poi parteciperà all’Eurogruppo e all’Ecofin in Lussemburgo. Poche ore dopo arriverà il verdetto di Standard & Poor’s sul rating italiano, mentre il 20 ottobre è fissato il varo della manovra. Un calendario fitto che mostra quanto il dossier sia centrale per la politica e per i mercati.
Pensioni, il nodo dell’aumento congelato
Il tema dell’età pensionabile resta tra i più delicati. Dal 2027 scatterà automaticamente l’adeguamento di tre mesi, portando l’uscita effettiva oltre i 67 anni. Per evitare questo scatto, il governo valuta un congelamento parziale: la sospensione sarebbe valida solo per chi nel 2027 avrà già compiuto 64 anni. In questo modo il costo scenderebbe da 3 miliardi a circa 300 milioni l’anno, riducendo in modo netto la platea dei beneficiari.

Il meccanismo è semplice ma non privo di conseguenze. Un lavoratore con 62 anni e oltre 42 anni di contributi, pur avendo quasi completato il percorso, dovrebbe comunque attendere i tre mesi in più. Per chi ha già superato i 64 anni, invece, l’aumento verrebbe congelato. Il risparmio sui conti è evidente, ma le critiche non si sono fatte attendere. L’Italia dei Valori ha parlato di “presa in giro”, mentre il Movimento 5 Stelle ha definito la misura “un pacco per gli italiani”, ricordando che le promesse elettorali puntavano all’abolizione della legge Fornero e non a nuovi irrigidimenti.
Accanto a questa ipotesi circola anche quella di una finestra mobile, con un mese di attesa in più dal 2027 prima di poter lasciare il lavoro. I tecnici stanno valutando pure l’aggiornamento dei coefficienti di trasformazione, ovvero i parametri che determinano l’importo effettivo della pensione in base ai contributi versati. Una partita tecnica che avrà effetti concreti su migliaia di futuri pensionati.
Irpef, sconto da 440 euro e correttivi per i redditi alti
L’altro capitolo caldo riguarda l’Irpef. Il taglio dal 35% al 33% per i redditi compresi tra 28 e 35mila euro comporta un alleggerimento di circa 440 euro annui. Un beneficio che, per via del sistema a scaglioni, si estende anche ai redditi superiori. Le simulazioni dei Consulenti del lavoro mostrano che anche chi guadagna oltre 50mila euro ottiene lo stesso sconto, pari a poco più di 36 euro al mese.
Per chi ha redditi molto elevati, fino a 150-200mila euro l’anno, si tratta di un vantaggio simbolico ma che pesa sulle casse dello Stato. Ecco perché il governo valuta forme di compensazione: l’idea è evitare che lo sconto si trasformi in un regalo a chi non ne ha bisogno, concentrando invece le risorse sulle fasce più fragili.
L’intervento, però, non è semplice. Qualsiasi correttivo dovrà rispettare i vincoli di bilancio e, allo stesso tempo, rispondere alla richiesta di equità fiscale. In questo scenario, il confronto politico è acceso: da una parte c’è la necessità di alleggerire il carico su lavoratori e famiglie, dall’altra l’urgenza di non minare la tenuta dei conti pubblici, già osservati con attenzione da Bruxelles e dalle agenzie di rating.
La maratona istituzionale di Giorgetti mostrerà nelle prossime settimane la linea definitiva del governo. Prima l’audizione in Parlamento, poi i tavoli europei, infine il viaggio a Washington per il Fondo Monetario Internazionale. Tutti passaggi che condurranno alla presentazione del Documento programmatico di bilancio e, il 20 ottobre, al varo ufficiale della legge di bilancio.