Da Parigi a Marsiglia cresce l’allarme: i proprietari denunciano finti turisti che prenotano su Airbnb e Booking, poi si rifiutano di lasciare gli alloggi grazie a una falla normativa del 2023
Il fenomeno dei cosiddetti «squatter Airbnb» sta scuotendo il mercato degli affitti brevi in Francia. Sempre più proprietari raccontano la stessa scena: un appartamento messo in affitto su piattaforme online, una prenotazione regolare, il pagamento dei primi giorni… e poi il silenzio.
Alla fine del soggiorno gli ospiti non se ne vanno, smettono di pagare e restano dentro casa, protetti da un paradosso giuridico. Una pratica che si sta diffondendo a macchia d’olio e che, secondo Le Figaro, rende ormai rischioso aprire le porte della propria abitazione a sconosciuti.
Il meccanismo che blocca i proprietari e favorisce gli «ospiti occupanti»
Parigi, settembre 2025 – Tutto nasce da una legge approvata nel 2023. Il provvedimento, voluto per velocizzare gli sgomberi e ridurre il peso sui tribunali, aveva concesso ai prefetti la possibilità di ordinare espulsioni rapide in caso di occupazioni abusive. Ma il testo ha lasciato un varco: chi entra con un contratto valido, anche solo di pochi giorni su Airbnb o Booking, non viene considerato un occupante illegale.
Ecco allora la tecnica: gli squatter prenotano un appartamento per un breve soggiorno, pagano la prima parte, entrano in casa in modo del tutto legale. Alla scadenza della prenotazione, semplicemente restano. Da quel momento smettono di versare denaro, ma non possono essere cacciati con lo strumento rapido. Per mandarli via serve il giudice, con procedimenti che si trascinano per mesi, a volte un anno intero.

Le conseguenze per i proprietari sono devastanti. Da un lato perdono il canone d’affitto, dall’altro devono sostenere costi legali importanti. Ogni passaggio richiede la presenza di un ufficiale giudiziario, notifiche formali e, se necessario, l’impiego della forza pubblica. Nel frattempo l’immobile resta bloccato, inutilizzabile, mentre chi occupa continua a viverci come se nulla fosse.
Il problema non riguarda solo casi isolati. Nelle grandi città francesi, come Parigi, Lione e Marsiglia, le denunce crescono. Alcuni proprietari raccontano di essere rimasti senza casa per mesi, altri parlano di perdite economiche vicine a decine di migliaia di euro. Una beffa che si inserisce in un contesto già delicato: gli affitti brevi sono al centro di polemiche per i prezzi record e per l’impatto sul mercato residenziale.
Il paradosso esplode proprio mentre la Francia si prepara ai grandi eventi internazionali. Per le Olimpiadi Milano-Cortina 2026, ad esempio, si stima che un weekend possa arrivare a costare fino a 3.200 euro. Con cifre simili, il rischio di trovarsi di fronte a “inquilini fantasma” che non lasciano più l’appartamento appare ancora più preoccupante.
Il dibattito politico e le soluzioni sul tavolo
Al centro della polemica si trova Guillaume Kasbarian, il deputato che aveva firmato la legge sugli sfratti veloci. Lo stesso Kasbarian ha ammesso che qualcosa non funziona: “La legge si può cambiare”, ha dichiarato, “oppure il ministero dell’Alloggio può emanare una circolare per consentire ai prefetti di avviare lo sgombero anche in questi casi, lasciando ai giudici amministrativi l’eventuale contenzioso”.
La proposta divide. Le associazioni dei proprietari chiedono interventi immediati, parlano di un “buco normativo” che incoraggia i malintenzionati e mina la fiducia nelle piattaforme digitali. Alcuni avvocati, però, mettono in guardia: un’espulsione senza garanzie giudiziarie rischia di aprire conflitti legali ancora più complessi.
Il fenomeno ha un riflesso diretto anche sul mercato. Gli affitti brevi, già criticati da parte dell’opinione pubblica per il loro peso sulla disponibilità di case a lungo termine, diventano ora sinonimo di rischio. A Milano, per fare un paragone, gli studi parlano di oltre 100mila abitazioni vuote e un valore del comparto turistico superiore a 2 miliardi di euro l’anno. In Francia i numeri sono simili, e la paura che il sistema collassi per mancanza di regole chiare cresce di settimana in settimana.
Intanto, i casi concreti si moltiplicano. Un proprietario parigino, citato dai media francesi, ha raccontato di aver perso più di 10mila euro in pochi mesi, tra mancati affitti e spese legali, perché due “ospiti” si erano trasformati in occupanti stabili. Episodi simili emergono anche a Marsiglia e a Nizza, dove alcuni appartamenti in centro risultano di fatto sequestrati dai finti turisti.
Il governo francese è sotto pressione. Da un lato deve proteggere il diritto alla casa, dall’altro garantire la sicurezza dei piccoli investitori che hanno puntato sugli affitti brevi. L’impressione diffusa è che la legge del 2023, nata per combattere gli squat abusivi, si sia trasformata in un boomerang. E che senza una correzione rapida, il fenomeno degli «squatter Airbnb» continuerà a crescere, danneggiando sia il mercato immobiliare che l’immagine stessa della Francia come meta turistica.