In Lombardia il mese di ottobre si colora di rosa per sensibilizzare sulla prevenzione del tumore al seno. Ats Bergamo amplia i programmi di screening fino ai 74 anni e registra dati in crescita sull’adesione.
Il mese di ottobre segna ogni anno un momento centrale nella lotta al tumore al seno. Non si tratta di un’iniziativa simbolica, ma di un impegno concreto verso la diagnosi precoce.
L’Italia, secondo il rapporto I numeri del cancro 2024, conta 925.000 donne che vivono dopo una diagnosi di carcinoma mammario. Un dato che mostra quanto la patologia sia diffusa, ma anche i progressi ottenuti nella cura e nell’individuazione tempestiva della malattia.
Il peso della diagnosi precoce
Il carcinoma mammario resta la prima causa di tumore tra le donne. I fattori di rischio sono molteplici: l’età, la familiarità genetica, i fattori ormonali, alcune abitudini scorrette, come fumo e alcol, e condizioni cliniche pregresse. Non tutti possono essere controllati, ma c’è un aspetto che dipende direttamente dalle scelte individuali: aderire agli screening.
I dati parlano chiaro. Secondo l’Osservatorio Nazionale Screening, la mammografia organizzata, se estesa in maniera uniforme, può ridurre la mortalità dal 20% al 38%. Numeri che mostrano come la diagnosi precoce non sia un concetto astratto, ma una realtà che salva vite.

Negli ultimi decenni le diagnosi sono aumentate. Questo non significa che ci siano più malati, ma che il sistema sanitario riesce a intercettare i tumori in fasi più iniziali. Questo permette terapie più mirate e possibilità di guarigione sempre più alte.
Per molte donne il primo passo è superare la paura. Uno spiffero di timore può bastare a rimandare un controllo. Ma ogni esame mancato significa una possibilità in meno di diagnosi tempestiva. Ecco perché le campagne di ottobre rosa non si limitano a slogan: servono a ricordare che la prevenzione è concreta e che rispondere agli inviti dello screening significa regalarsi tempo e prospettive di cura.
L’impegno di Ats Bergamo
In Lombardia l’attenzione alla prevenzione ha portato ad ampliare i programmi. Ats Bergamo, in particolare, ha esteso l’offerta alla fascia d’età 45-74 anni, allineandosi così agli standard più avanzati a livello europeo.
I numeri raccolti confermano che la strada intrapresa è quella giusta. Nel biennio 2024-2025, il 91% delle donne aventi diritto ha ricevuto l’invito allo screening. La copertura complessiva si attesta al 54%. Nei primi sei mesi del 2025, fino al 30 giugno, le donne invitate sono state 68.260 e l’adesione ha raggiunto il 71%. Un dato che rappresenta un netto miglioramento rispetto agli anni precedenti.
«Il tumore al seno, se diagnosticato precocemente, ha buone prospettive di cura – spiega Nicoletta Castelli, Direttore Sanitario di Ats Bergamo –. Per questo è essenziale che le donne aderiscano agli screening. L’estensione alla fascia 45-74 anni deve andare di pari passo con il rafforzamento della cultura della prevenzione».
Castelli ha sottolineato un altro aspetto: ridurre le disuguaglianze. Non basta garantire l’offerta, serve rendere semplice l’accesso, abbattere ostacoli logistici, informativi ed economici. L’obiettivo è accompagnare ogni donna in questo percorso, senza lasciare indietro nessuno.
Ottobre rosa come scelta di responsabilità
Il mese di ottobre è riconosciuto in tutto il mondo come momento simbolico e pratico per sensibilizzare le donne. Il colore rosa, che invade monumenti, vetrine e campagne social, non è un vezzo estetico. È un segnale visibile che richiama l’attenzione su una patologia che resta un problema di salute pubblica.
Estendere gli screening fino a 74 anni rappresenta una scelta decisiva. Con l’allungarsi della vita media, anche dopo i 70 anni il rischio di carcinoma resta concreto. Includere questa fascia significa intercettare casi che altrimenti resterebbero non diagnosticati fino a stadi avanzati.
I risultati di adesione in crescita sono incoraggianti. Il 71% delle donne che hanno ricevuto l’invito nel 2025 ha risposto. È un passo avanti, ma non basta. Ogni donna che non partecipa rappresenta una occasione mancata di diagnosi precoce.
Ottobre rosa, quindi, è molto più di una campagna di comunicazione. È un’occasione per ricordare che la prevenzione parte da gesti semplici ma fondamentali: accettare l’invito, recarsi al controllo, fidarsi del percorso proposto. Significa trasformare la diagnosi precoce in uno strumento di cura e di speranza.
Con le nuove iniziative in Lombardia, il messaggio diventa ancora più chiaro. La salute non è un tema da rimandare. Le donne coinvolte negli screening hanno davanti a sé la possibilità di cambiare il proprio futuro. La diagnosi precoce non solo salva vite, ma riduce i costi sociali e sanitari. Ogni adesione in più è una vittoria collettiva, perché rafforza la cultura della prevenzione e rende il sistema più equo.
Ottobre rosa 2025 mostra che la strada è segnata: investire sulla consapevolezza, allargare l’accesso agli screening, ridurre le disuguaglianze. È un impegno che riguarda tutti, dalle istituzioni ai cittadini. Perché dietro ogni numero c’è una persona, una storia, una possibilità di vita in più.