Non comprare assolutamente questo telefono (che tutti vogliono) prima di leggere questa classifica: i marchi di smartphone a rischio da evitare assolutamente

Attenzione al telefono da comprare

Prima di cambiare smartphone, leggi attentamente questa ricerca-senecaedizioni.com

Franco Vallesi

Ottobre 2, 2025

Un’indagine su oltre 15mila telefoni rivela quali brand resistono meglio negli anni e quali invece registrano più guasti. I risultati cambiano molte convinzioni.

Quando si acquista un nuovo smartphone, una delle prime domande che ci si pone riguarda la sua durata. Quanto resisterà senza mostrare segni di cedimento? Dopo quanti anni inizierà a rallentare, a bloccarsi o a richiedere interventi? A dare una risposta è arrivato uno studio condotto dalla britannica Which?, che ha analizzato 15.644 dispositivi acquistati negli ultimi sette anni.

La ricerca ha preso in considerazione i guasti e i difetti riscontrati dagli utenti a uno, tre e sei anni dall’acquisto. I risultati mostrano un quadro chiaro: non tutti i marchi si comportano allo stesso modo nel lungo periodo. Alcuni modelli riescono a mantenere livelli di affidabilità elevati anche dopo molti anni, mentre altri iniziano a cedere già nei primi tempi di utilizzo.

I marchi che durano di più e quelli che cedono prima

Secondo l’indagine, nel primo anno la situazione appare ancora positiva per quasi tutti i marchi. OnePlus guida la classifica con 0% di guasti, confermandosi il brand più affidabile a breve termine. Subito dietro compaiono Samsung (2%), Apple (3%), Google e Xiaomi (4%). La performance peggiore in questa fase è quella di Alcatel, che registra il 5% di malfunzionamenti.

Dopo tre anni la situazione cambia sensibilmente. OnePlus resta al vertice con appena il 3% di guasti, mentre Alcatel raggiunge il 15%, diventando il marchio meno longevo. Nel mezzo troviamo Google e Samsung con il 7%, Apple con l’8% e Xiaomi con l’11%. In media, circa 8 smartphone su 100 iniziano a mostrare problemi entro i tre anni dall’acquisto.

Difetti più diffusi
Quali telefoni da evitare e perchè-senecaedizioni.com

Lo scenario diventa ancora più significativo a sei anni. Alcuni marchi riescono a mantenere percentuali relativamente basse: OnePlus, realme e Google si attestano all’11%, dimostrando un’ottima capacità di resistenza nel lungo periodo. Samsung sale al 13%, mentre Apple e Honor toccano il 15%.

In fondo alla classifica emergono invece i brand con più criticità. Nokia (oggi sotto il marchio HMD) arriva al 27%, Huawei si ferma al 29% e Sony raggiunge il 31% di dispositivi guasti dopo sei anni. Un dato che fa riflettere, perché significa che quasi un terzo degli utenti di questi marchi si trova a dover affrontare problemi seri nel tempo.

La media generale indica che il 15% degli smartphone presenta malfunzionamenti dopo sei anni. Una percentuale che conferma come, con il passare del tempo, anche i dispositivi più affidabili prima o poi inizino a mostrare limiti strutturali.

Le cause più comuni dei guasti

Lo studio non si è limitato a registrare i tassi di malfunzionamento, ma ha anche indagato le cause principali che portano uno smartphone a perdere efficienza.

Il problema più diffuso riguarda la batteria, responsabile del 29% dei guasti segnalati. Non sorprende: con l’uso quotidiano e i cicli di ricarica, le batterie agli ioni di litio tendono a perdere capacità, riducendo l’autonomia del telefono.

Segue la lentezza del sistema (5%), che trasforma lo smartphone in un dispositivo poco reattivo, spesso a causa di aggiornamenti software più pesanti o di memoria interna quasi piena. Sempre al 5% si collocano i blocchi improvvisi, mentre il 4% degli utenti ha riscontrato arresti anomali che richiedono un riavvio forzato.

Un ulteriore 3% dei guasti è collegato a problemi negli aggiornamenti software, spesso legati alla mancanza di spazio interno o a incompatibilità con le nuove versioni del sistema operativo.

Quali altri guasti coinvolgono questi modelli

In misura minore compaiono anche guasti legati al riconoscimento facciale (1%), allo speaker (1%) e a casi di mancata accensione (1%). Un ulteriore 1% ha riportato episodi legati a surriscaldamenti con emissione di fumo o calore eccessivo, un problema raro ma potenzialmente pericoloso.

In generale, la combinazione di fattori hardware (batteria, componenti fisici) e software (aggiornamenti, compatibilità) contribuisce a determinare la durata reale di uno smartphone.

Lo studio conferma quindi che la longevità di un telefono non dipende solo dal prezzo o dalla notorietà del marchio, ma anche dalla qualità dei componenti interni e dal supporto software garantito negli anni. Per gli utenti, conoscere questi dati può essere utile non solo al momento dell’acquisto, ma anche per programmare al meglio la sostituzione del proprio dispositivo.

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