Il Governo valuta la proroga del bonus ristrutturazioni al 50% sulla prima casa con rimborso in 5 anni, mentre restano in bilico ecobonus, sismabonus e bonus mobili per mancanza di coperture.
Roma, settembre 2025 – La prossima legge di Bilancio potrebbe confermare uno degli incentivi fiscali più rilevanti per le famiglie italiane: il bonus ristrutturazioni. Sul tavolo c’è l’ipotesi di prorogare per il 2026 la detrazione del 50% sulle spese per i lavori sulla prima casa, accompagnata da una novità di rilievo: il recupero del credito d’imposta in cinque anni invece che in dieci.
La misura, sostenuta dal Ministero dell’Ambiente e condivisa con il Ministero dell’Economia, punta a rendere più appetibile il beneficio fiscale, accorciando i tempi di restituzione. Ma il progetto resta condizionato dall’individuazione delle necessarie coperture finanziarie, elemento decisivo in un contesto di risorse pubbliche limitate.
Cosa cambia con la manovra 2026
In assenza di nuove disposizioni, dal 1° gennaio 2026 scatterebbe il ritorno alle regole ordinarie già previste dalla normativa vigente: la detrazione per le ristrutturazioni scenderebbe dal 50% al 36% per la prima casa e dal 36% al 30% per le seconde abitazioni. Nei successivi anni, fino al 2033, si prevede un progressivo ridimensionamento delle aliquote e dei tetti di spesa, con un ritorno al 36% dal 2034 ma con un massimale dimezzato rispetto all’attuale.
L’ipotesi più concreta al momento è quella di mantenere la percentuale al 50% per gli interventi sulla prima abitazione ed evitare la riduzione al 36%, riducendo contemporaneamente i tempi di fruizione del credito da dieci a cinque anni. Questo schema renderebbe più veloce il ritorno fiscale per chi ha capienza Irpef sufficiente, ma potrebbe penalizzare chi ha un’imposta bassa e rischierebbe di non riuscire a utilizzare tutte le rate maggiorate.
Secondo le stime preliminari, la conferma dei principali bonus casa – ristrutturazioni al 50%, ecobonus base e bonus mobili – avrebbe un costo complessivo vicino ai 2 miliardi di euro per le casse dello Stato. Una cifra significativa, che spiega le incertezze ancora presenti nelle discussioni politiche.
Bonus edilizi tra proroghe e tagli
Ad oggi il bonus ristrutturazioni consente di detrarre il 50% delle spese sostenute, fino a un massimo di 96.000 euro per unità immobiliare, da ripartire in dieci quote annuali. Possono accedervi non solo i proprietari, ma anche inquilini e familiari conviventi che contribuiscono alle spese.
Accanto a questo strumento, c’è il bonus mobili ed elettrodomestici, che per il 2025 resta fissato al 50% con tetto di 5.000 euro. La sua eventuale proroga dipenderà dalle risorse che verranno stanziate in manovra. Sul fronte ecobonus e sismabonus, senza nuove proroghe, l’aliquota scenderebbe al 30% nel biennio 2026-2027. Inoltre, il nuovo schema dell’ecobonus escluderà definitivamente le caldaie a gas, già agevolate negli anni passati, in linea con gli obiettivi della transizione energetica.
La posta in gioco va oltre la singola detrazione. Gli incentivi edilizi hanno un effetto trainante sull’intero comparto delle costruzioni, stimolando investimenti privati che migliorano la qualità e l’efficienza del patrimonio abitativo. Un ridimensionamento delle aliquote rischierebbe di rallentare la propensione delle famiglie a pianificare lavori di ristrutturazione, proprio in un momento in cui altri strumenti fiscali si avviano verso una riduzione o una scadenza definitiva.